La Settimana Santa a Belvedere Marittimo

Pagine del gruppo spontaneo de "I Fratilli", realizzate e curate da Antonio e Francesco Cuda

Repositorio e Sepolcri

Ultimo aggiornamento:  26/03/2024  

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  • La tradizione popolare fra Altari della Reposizione e Sepolcri

 

L’Altare della Reposizione o Repositorio

 

L'Altare della Reposizione è il luogo in cui viene conservata l'Eucaristia al termine della messa vespertina del Giovedì Santo, in Coena Domini. La liturgia prevede che l'Altare della Reposizione non coincida con l'altare dove è di consueto riposto il Santissimo Sacramento. È inoltre tradizione che l'Altare della Reposizione sia addobbato in modo solenne, con composizioni floreali in omaggio all'Eucaristia, che viene conservata in un'urna per poter permettere la Comunione, nel giorno seguente, ai fedeli che partecipano alla celebrazione della Passione del Signore. Il Venerdì Santo, infatti, non si consacra l'Eucaristia. L'Altare della Reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, durante la celebrazione in Passione Domini, l'Eucaristia viene distribuita ai fedeli. Se le ostie consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono conservate in un luogo appartato e l'altare viene dismesso - per ricordare con austerità la morte di Gesù - fino al giorno seguente, quando durante la Veglia Pasquale si celebra la Resurrezione di Gesù.

L'Altare della Reposizione è anche chiamato con termine liturgico Repositorio (il mobile o il recipiente in cui si custodisce il SS. Sacramento, quando non sta nel Tabernacolo), anche se spesso dal popolo viene erroneamente chiamato Sepolcro, quasi vi fosse rinchiuso Gesù morto in attesa della Resurrezione. In realtà la Chiesa, con il rito della Reposizione del SS. Sacramento, non intende affatto commemorare la sepoltura del Redentore (del quale del resto non ha ancora celebrato la morte, in quanto ciò avviene il Venerdì Santo), ma soltanto esporre alla pubblica adorazione dei fedeli il SS. Sacramento, di cui il Giovedì Santo celebra l'istituzione. Le prescrizioni liturgiche vietano, perciò, ogni segno di lutto attorno all'Altare della Reposizione, mentre indicano che questo sia ornato con veli e lumi. Inoltre, i fedeli sono invitati a susseguirsi a tale altare fino a mezzanotte, per meditare sui misteri della Passione e adorare e ringraziare il SS. Sacramento. L’Altare conserva dunque il Cristo vivo, non morto.

 

Chiesa del S. Rosario

 

Altare della Reposizione 2022                                                                                        Altare della Reposizione 2023

 


I Sepolcri e l’identificazione popolare con l’Altare della Reposizione

 

Nella tradizione popolare, però, gli Altari della Reposizione vengono spesso comunemente ed erroneamente chiamati Sepolcri: soprattutto nei centri dell'Italia meridionale, dove con "andare a fare i sepolcri" si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio del giovedì, il sepolcro di Cristo addobbato. L'usanza, non certificata dalla dottrina, è che ogni fedele visiti da cinque (quante sono le piaghe di Cristo) a sette (quanti sono i dolori di Maria) di questi allestimenti in varie chiese vicine, compiendo il cosiddetto giro "delle sette chiese" o "sepolcri".

In molti centri del Meridione, il Sepolcro si prepara con delle ciotole sul cui fondo, il primo giorno di Quaresima, viene preparata della terra (o stoffa, o ovatta) su cui si sparge grano o legumi. Tali ciotole sono riposte al buio e innaffiate di tanto in tanto, cosicché per il Giovedì Santo, germogliati i semi, si presenteranno in forma di pallidi e fitti filamenti di diverso colore (giallo, verde, bianco). Le ciotole di grano germogliato in molti centri della Calabria sono anch’esse denominate "sepolcri", proprio per l'associazione con il nome tradizionale dell'altare.

 

Su quest’ultima affermazione è utile riportare alcuni brani tratti da un elaborato del sacerdote don Gian Franco Belsito, La pietà popolare come "luogo teologico" (tesi di dottorato in Teologia Pastorale in corso di pubblicazione).


«In questo fenomeno sono sicuramente presenti: elementi di fede, perché è collegato al mistero pasquale di Cristo, alla sua morte e risurrezione; elementi di cultura, tenendo conto soprattutto della modalità attraverso la quale il “sepolcro” viene preparato ed, infine, elementi di religiosità, perché le motivazioni che spingono ancora oggi a preparare questi vasi sono legati ora alla semplice devozione, ora al rendimento di grazie, ora al “voto”, oppure, ancora, come riconoscimento della provvidenza di Dio che assicura benedizione, protezione e fertilità ai campi. Soprattutto in quest’ultimo aspetto si rivela l’idea di un Dio forte e fonte di salvezza. (…) Esistono elementi di questa tradizione che debbono essere purificati. Non si può continuare a confondere l’Altare della Reposizione con quello della sepoltura. […] Ma se, da una parte, in chiave negativa, non si possono fare sconti di fronte ai dati della fede, dall’altra non possiamo non tenere conto che una liturgia del sepolcro esisteva. Amaramente dobbiamo constatare che la religione ufficiale ha abbandonato quest’antica liturgia della Chiesa Madre di Gerusalemme e che solo la fede del popolo ha saputo conservare. Ovviamente la fede del popolo è segnata dalla semplicità del linguaggio e dalla povertà dei termini e, se spesso appare confusa da una parte, dall’altra porta chiaramente con sé i segni di una presenza del mistero che dobbiamo cogliere e, ove possibile, recuperare. […] Una buona catechesi sul fenomeno potrebbe indurre tutti a portare il "sepolcro" non all’Altare della Reposizione, luogo dove risiede il Cristo vivo e vivificante nella specie eucaristica, ma solo nelle chiese dov’è allestito il Sepolcro. […] Dal punto di vista pedagogico, anche i giovani, che ancora partecipano alla processione del Venerdì Santo, potrebbero essere invitati a preparare i “sepolcri” e così ricomprendere il valore del sacrifico di Cristo che dona la sua vita per noi, unito al valore del sacrificio personale del giovane che si dedica, con fedeltà, a preparare il “sepolcro”. Attraverso il “sepolcro” potrebbe legarsi ed aprirsi al fascino e al mistero che suscita il Cristo, datore di vita. Allo stesso, modo il giovane assicura la vita ad amici e vicini, portando parte del “sepolcro” quale valore aggiunto legato all’uso dello stesso dopo la celebrazione della Pasqua».
 

 


I Sepolcri a Belvedere Marittimo


Nel centro storico di Belvedere Marittimo sino al 1999 venivano predisposti cinque “Altari della Reposizione-Sepolcri” con le ciotole di semi germogliati, che la tradizione belvederese indica con il nome di “testarelle”. Gli allestimenti venivano eseguiti: nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, nel Santuario di Maria SS. delle Grazie, nella Chiesa del S. Rosario (S. Giacomo), nella Chiesa del SS. Crocifisso e nella Chiesa o Casa Natale di San Daniele, forse in rispetto dell’usanza che ogni fedele visitasse cinque di questi allestimenti, quante sono le piaghe di Cristo.

 


Antichità del rito dei Sepolcri a Belvedere Marittimo

 

Ma leggendo quanto riportato a proposito della processione del venerdì mattina nella Platea della Congregazione di Maria SS. delle Grazie e Consolazione (manoscritto del notaio Crispino D'Alessandro, risalente al 1767), è da ritenere che i Sepolcri fossero allestiti in numero maggiore (se non proprio sette, quanti i dolori della Madonna), per compiere così il cosiddetto “giro delle sette chiese”:


«La mattina di ogni venerdì santo sta obbligo di sua Congregazione di fare la solita processione di penitenza con tutti li Confrati vestiti di sacco, coll'invito di tutto il clero secolare e regolare e dell'altri Confrati laicati: accompagnare li sagri misteri della dolorosa Passione di nostro Signore Gesù Cristo e la Vergine madre addolorata per la visita dei santi sepolcri tanto nelle chiese parrocchiali dentro la città quanto in quelle di fuori dei Rev. P.P. Minimi e Cappuccini ed Agostiniani».
 

La visita ai Sepolcri, dunque, avveniva contestualmente alla processione di penitenza del Venerdì Santo mattina. Fra i riti riportati nel manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie leggiamo inoltre una preghiera per la “visita a Gesù nel santo sepolcro”:


«O amabilissimo mio Gesù, che non faceste voi per animar noi tutti a camminare la strada dei patimenti, siccome l’unica che guida alla salute? Non contento di soffrire i rigori delle stagioni, gl’incomodi della povertà, la stanchezza, la fame, la sete, le ingratitudini del popolo, le calunnie dei farisei, la infedeltà dei discepoli, voi avete voluto essere catturato come un malfattore, trascinato e flagellato come uno schiavo, condannato come un reo, posposto ad un omicida, crocifisso in mezzo ai ladri, come il peggiore degli uomini ed il rifiuto del mondo, ed ora vi presentate a noi disanimato, intirizzito, esangue, deposto sopra una bara. Deh! Per questo volto tutto illividito dagli sputi, per queste orecchie assordate dalle bestemmie, per queste nari tormentate dal fetore, per questa bocca amareggiata da fiele, per questo corpo solcato da flagelli e fatto solo una piaga e finalmente per la ferita del vostro adorabile costato e per quel Sangue ed acqua, che scaturì dal vostro cuore dolcissimo, fate che noi sopportiamo pazientemente tutto quello che di dispiacevole ci accadrà in questo mondo, e che conformandoci tutto a voi, preferiamo la povertà alla ricchezza, la fatica al riposo, la confusione alla gloria, i patimenti ai piaceri.

E voi, o Regina dei martiri, addolorata Maria, che crocifissa in tutti i momenti della vostra vita, soffriste nell’interno del cuore tutti i tormenti che il vostro Gesù offrì in ogni parte del Corpo, otteneteci la grazia di portare generosamente con voi la mistica croce dei patimenti, alfine di avere in questo mondo una caparra sicura della beatitudine eterna. Così sia.

Si diranno cinque Pater, Ave e Gloria, oppure il Miserere».

 

      

 


La visita all’Altare della Reposizione e il giro dei Sepolcri oggi


Dal 2000 viene allestito un solo l’Altare della Reposizione, nella Chiesa del SS. Rosario (Chiesa di San Giacomo), ma in pochi anni si è ripreso anche l’allestimento dei Sepolcri nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie, nella Chiesa del SS. Crocifisso e nella Chiesa o Casa Natale di San Daniele, come reali simboli del sepolcro di Cristo morto e ben distinti rispetto all’Altare della Reposizione.

 

Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2013

con esposizione delle Reliquia della Croce

 

Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2021

 

Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2022

 

Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2023

   

 

Chiesa del SS. Crocifisso

 

Chiesa del SS. Crocifisso

 

Chiesa o Casa Natale di San Daniele

 

I Fratilli adulti, dalla seconda metà degli anni ’80, hanno ridato vita al tradizionale Giro dei Sepolcricon la Visita all’Altare della Reposizione. Rientrata la processione del giovedì sera, i fratilli ripartono per il giro dei sepolcri, preceduti dalle Croci di Passione della Confraternita delle Grazie, del SS. Crocifisso e del SS. Rosario, che durante il giro vengono riposte nelle chiese d’appartenenza fino alla mattina dopo. La nuova tradizione ha preso piede in poco tempo, e sempre più fedeli si sono uniti ai fratilli in questo giro, soprattutto per vivere il momento di Adorazione Eucaristica davanti all’altare della Reposizione. Il giro oggi è accompagnato anche dalla Banda musicale, che esegue i canti tradizionali.

Dopo la Visita e l’Adorazione del SS. Sacramento presso l’altare allestito nella Chiesa del SS Rosario (Chiesa di San Giacomo), i Fratilli visitano i Sepolcri allestiti nella Chiesa del SS. Crocifisso, nella Chiesetta presso la Casa Natale di San Daniele e nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie, meditando la prima parte della Passione di Cristo.

 

Da scaricare: I Fratilli - La visita all'Altare della Reposizione e il "Giro dei Sepolcri"

 


 

   

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