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La
tradizione popolare fra Altari della Reposizione e Sepolcri
L’Altare della Reposizione o Repositorio
L'Altare della Reposizione è il luogo
in cui viene conservata l'Eucaristia al termine della messa vespertina
del Giovedì Santo, in Coena Domini. La liturgia prevede che l'Altare
della Reposizione non coincida con l'altare dove è di consueto riposto
il Santissimo Sacramento. È inoltre tradizione che l'Altare della
Reposizione sia addobbato in modo solenne, con composizioni floreali in
omaggio all'Eucaristia, che viene conservata in un'urna per poter
permettere la Comunione, nel giorno seguente, ai fedeli che partecipano
alla celebrazione della Passione del Signore. Il Venerdì Santo, infatti,
non si consacra l'Eucaristia. L'Altare della Reposizione rimane
allestito fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, durante la
celebrazione in Passione Domini, l'Eucaristia viene distribuita ai
fedeli. Se le ostie consacrate non sono state consumate interamente,
esse vengono conservate in un luogo appartato e l'altare viene dismesso
- per ricordare con austerità la morte di Gesù - fino al giorno seguente,
quando durante la Veglia Pasquale si celebra la Resurrezione di Gesù.
L'Altare della Reposizione è anche chiamato con termine liturgico
Repositorio (il mobile o il recipiente in cui si custodisce il SS.
Sacramento, quando non sta nel Tabernacolo), anche se spesso dal popolo
viene erroneamente chiamato Sepolcro, quasi vi fosse rinchiuso Gesù
morto in attesa della Resurrezione. In realtà la Chiesa, con il rito
della Reposizione del SS. Sacramento, non intende affatto commemorare la
sepoltura del Redentore (del quale del resto non ha ancora celebrato la
morte, in quanto ciò avviene il Venerdì Santo), ma soltanto esporre alla
pubblica adorazione dei fedeli il SS. Sacramento, di cui il Giovedì
Santo celebra l'istituzione. Le prescrizioni liturgiche vietano, perciò,
ogni segno di lutto attorno all'Altare della Reposizione, mentre
indicano che questo sia ornato con veli e lumi. Inoltre, i fedeli sono
invitati a susseguirsi a tale altare fino a mezzanotte, per meditare sui
misteri della Passione e adorare e ringraziare il SS. Sacramento.
L’Altare conserva dunque il Cristo vivo, non morto.
Chiesa del S. Rosario
Altare della Reposizione 2022
Altare della Reposizione 2023
I Sepolcri e l’identificazione popolare con l’Altare della Reposizione
Nella tradizione popolare, però, gli
Altari della Reposizione vengono spesso comunemente ed erroneamente chiamati Sepolcri:
soprattutto nei centri dell'Italia meridionale, dove con "andare a fare
i sepolcri" si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio del
giovedì, il sepolcro di Cristo addobbato. L'usanza, non certificata
dalla dottrina, è che ogni fedele visiti da cinque (quante sono le
piaghe di Cristo) a sette (quanti sono i dolori di Maria) di questi
allestimenti in varie chiese vicine, compiendo il cosiddetto giro "delle
sette chiese" o "sepolcri".
In molti centri del Meridione, il Sepolcro si prepara con delle ciotole
sul cui fondo, il primo giorno di Quaresima, viene preparata della terra
(o stoffa, o ovatta) su cui si sparge grano o legumi. Tali ciotole sono
riposte al buio e innaffiate di tanto in tanto, cosicché per il Giovedì
Santo, germogliati i semi, si presenteranno in forma di pallidi e fitti
filamenti di diverso colore (giallo, verde, bianco). Le ciotole di grano
germogliato in molti centri della Calabria sono anch’esse denominate
"sepolcri", proprio per l'associazione con il nome tradizionale
dell'altare.
Su quest’ultima affermazione è utile
riportare alcuni brani di don Gian
Franco Belsito, tratti da: La
pietà popolare come "luogo teologico" © 2024 Edizioni Cantagalli
S.r.l. - Siena.
I motivi che spingono a preparare i
sepolcri sono vari: per devozione, per tradizione, per una grazia
ottenuta, per un voto e altri ancora per adornare il corpo di Gesù. (…)
L’uso successivo è quello di portarlo in casa e di darne parte ai vicini
e ai parenti più prossimi. (…) o lo riportano nei campi perché possa –
letteralmente – «caricare la vigna» e, più in generale, perché
possa benedire e assicurare prosperità al lavoro dei campi. [pagg.
207-208]
Fin dal IV sec. a Gerusalemme, per il
Venerdì Santo, si teneva il rito dell’adorazione della S. Croce che si
concludeva con la reposizione in un luogo che ben presto prese la forma
esterna del sepolcro. Mentre nel X sec. si deponeva la Croce, nel XII
sec. si consolidò l’uso di deporre il Crocifisso; più avanti nei secoli
entrò l’uso di porre l’Eucaristia, racchiusa in una teca, sul costato
del Crocifisso, fino a quando poi, nel XV sec., rimase l’uso di mettere
solo l’Eucaristia. (…) gli studi [successivi] hanno dimostrato che
questa tradizione si rifà ad un’antica liturgia della chiesa madre di
Gerusalemme verso la fine del IV sec. [pag. 212]
In effetti il quadro teologico dev’essere
chiarito: non si può confondere l’altare con il luogo della sepoltura
(…) In realtà è lo stesso Direttorio su pietà popolare e liturgia
a comunicarci che la ricerca, in tal senso, non può considerarsi
conclusa. Infatti, pur riconoscendo il dovere di illuminare i fedeli sul
senso della reposizione, sul termine da utilizzare e sulle modalità
dell’allestimento dell’altare, sottolinea che il processo storico che ha
portato i fedeli a riconoscere nell’altare della reposizione il luogo
del sepolcro non è ancora del tutto chiarito. In effetti, non si può non
riconoscere che la religione del popolo cerca, sia pure con il
linguaggio della fede semplice e contadina, il luogo della sepoltura di
Cristo anche se non sa dove trovarlo. La liturgia bizantina ha
conservato quest’uso ancora oggi. [pagg. 215-216]
In quella liturgia, in pratica si è
conservato il senso della memoria della sepoltura nella liturgia
ufficiale. Da un punto di vista della teologia liturgica, perciò, il
popolo pone una domanda alla teologia alta che non si può chiudere
semplicisticamente leggendo il gesto di pietà come un abuso o un uso da
correggere nella terminologia (da sepolcro a reposizione). (…) Certo non
si vuole qui pretendere di stravolgere il senso liturgico attuale, anzi,
ritengo la liturgia la via preferenziale attraverso cui orientare i
fedeli alla valorizzazione della presenza viva di Cristo. Sono queste le
motivazioni che hanno spinto autorevoli studiosi, nell’intento di
rivalorizzare il riferimento al sepolcro, muovendosi da motivazioni
teologiche e non apologetiche, a ipotizzare una specifica celebrazione
nella stessa liturgia della memoria della sepoltura. In questo modo si
eviterebbe ai fedeli di confondere il luogo della reposizione con il
sepolcro di Cristo. [pag. 217]
Si potrebbe quasi concludere, per il
nostro lavoro, che il sepolcro è una tradizione che può essere
recuperata, a patto che non vada ad allestire quell’altare dove è
conservato, come in un tabernacolo provvisorio, il pane eucaristico per
la distribuzione dello stesso durante il Venerdì Santo ed avviare così
un pieno recupero pastorale del fenomeno. [pag. 218]
I Sepolcri a Belvedere Marittimo
Nel centro storico di Belvedere Marittimo sino al 1999 venivano
predisposti cinque “Altari della Reposizione-Sepolcri” con le ciotole di
semi germogliati, che la tradizione belvederese indica con il nome di “testarelle”.
Gli allestimenti venivano eseguiti: nella Chiesa di Santa Maria del
Popolo, nel Santuario di Maria SS. delle Grazie, nella Chiesa del S.
Rosario (S. Giacomo), nella Chiesa del SS. Crocifisso e nella Chiesa o
Casa Natale di San Daniele, forse in rispetto dell’usanza che ogni
fedele visitasse cinque di questi allestimenti, quante sono le piaghe di
Cristo.
Antichità del rito dei Sepolcri a Belvedere Marittimo
Ma leggendo quanto riportato a proposito della
processione del venerdì mattina nella Platea
della Congregazione di Maria SS. delle Grazie e Consolazione
(manoscritto del notaio Crispino D'Alessandro, risalente al 1767), è da
ritenere che i Sepolcri fossero allestiti in numero maggiore (se non
proprio sette, quanti i dolori della Madonna), per compiere così il
cosiddetto “giro delle sette chiese”:
«La mattina di ogni
venerdì santo sta obbligo di sua Congregazione di fare la solita
processione
di penitenza con tutti li
Confrati vestiti di sacco, coll'invito
di tutto il clero secolare e regolare e dell'altri
Confrati laicati:
accompagnare li sagri
misteri
della dolorosa Passione di nostro Signore Gesù Cristo e la Vergine madre addolorata per la visita dei santi
sepolcri tanto nelle chiese parrocchiali dentro la città quanto in
quelle di fuori dei Rev. P.P. Minimi e Cappuccini ed Agostiniani».
La visita ai Sepolcri, dunque, avveniva contestualmente alla
processione
di penitenza del Venerdì Santo mattina. Fra i riti riportati nel
manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie leggiamo inoltre una
preghiera per la “visita a Gesù nel santo sepolcro”:
«O amabilissimo mio Gesù,
che non faceste voi per animar noi tutti a camminare la strada dei
patimenti, siccome l’unica che guida alla salute? Non contento di
soffrire i rigori delle stagioni, gl’incomodi della povertà, la
stanchezza, la fame, la sete, le ingratitudini del popolo, le calunnie
dei farisei, la infedeltà dei discepoli, voi avete voluto essere
catturato come un malfattore, trascinato e flagellato come uno schiavo,
condannato come un reo, posposto ad un omicida, crocifisso in mezzo ai
ladri, come il peggiore degli uomini ed il rifiuto del mondo, ed ora vi
presentate a noi disanimato, intirizzito, esangue, deposto sopra una
bara. Deh! Per questo volto tutto illividito dagli sputi, per queste
orecchie assordate dalle bestemmie, per queste nari tormentate dal
fetore, per questa bocca amareggiata da fiele, per questo corpo solcato
da flagelli e fatto solo una piaga e finalmente per la ferita del vostro
adorabile costato e per quel Sangue ed acqua, che scaturì dal vostro
cuore dolcissimo, fate che noi sopportiamo pazientemente tutto quello
che di dispiacevole ci accadrà in questo mondo, e che conformandoci
tutto a voi, preferiamo la povertà alla ricchezza, la fatica al riposo,
la confusione alla gloria, i patimenti ai piaceri.
E voi, o Regina dei martiri, addolorata Maria, che crocifissa in tutti i
momenti della vostra vita, soffriste nell’interno del cuore tutti i
tormenti che il vostro Gesù offrì in ogni parte del Corpo, otteneteci la
grazia di portare generosamente con voi la mistica croce dei patimenti,
alfine di avere in questo mondo una caparra sicura della beatitudine
eterna. Così sia.
Si diranno cinque Pater, Ave e Gloria, oppure il Miserere».
La visita all’Altare della Reposizione e il giro dei Sepolcri oggi
Dal 2000 viene allestito un solo l’Altare della Reposizione, nella
Chiesa del SS. Rosario (Chiesa di San Giacomo), ma in pochi anni si è
ripreso anche l’allestimento dei Sepolcri nella Chiesa di Maria SS.
delle Grazie, nella Chiesa del SS. Crocifisso e nella Chiesa o Casa
Natale di San Daniele, come reali simboli del sepolcro di Cristo morto e
ben distinti rispetto all’Altare della Reposizione.
Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2013
con esposizione delle Reliquia della Croce
Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2021
Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2022
Chiesa di Maria SS. delle Grazie 2023
Chiesa del SS. Crocifisso
Chiesa del SS. Crocifisso
Chiesa o Casa Natale di San Daniele
I
Fratilli adulti, dalla seconda metà
degli anni ’80, nell'ambito della “Visita
all’Altare della Reposizione” hanno riproposto il tradizionale “Giro
dei Sepolcri”. Rientrata la processione
del giovedì sera, i
fratilli ripartono per visitare l'Altare della
Reposizione ed al tempo stesso fare il Giro dei Sepocri. Sono preceduti
dalle
Croci di Passione
della Confraternita delle Grazie, del SS. Crocifisso e del SS. Rosario,
che durante il giro vengono riposte nelle chiese d’appartenenza fino
alla mattina dopo. La nuova tradizione ha preso piede in poco tempo, e sempre più fedeli si sono uniti ai
fratilli in
questo giro, soprattutto per vivere il momento di Adorazione Eucaristica
davanti all’altare della Reposizione. Il giro oggi è accompagnato anche
dalla Banda musicale, che esegue i canti tradizionali.
Visita dei Fratilli all'Altare della Reposizione
Dopo la Visita e l’Adorazione del SS. Sacramento presso l’altare
allestito nella Chiesa del SS Rosario (Chiesa di San Giacomo), i
Fratilli visitano i Sepolcri allestiti nella Chiesa del SS. Crocifisso,
nella Chiesetta presso la Casa Natale di San Daniele e nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie, meditando la prima parte della Passione di
Cristo.
Da scaricare:
I Fratilli - La visita all'Altare della Reposizione e il "Giro dei
Sepolcri"
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