La Settimana Santa a Belvedere Marittimo

Pagine del gruppo spontaneo de "I Fratilli", realizzate e curate da Antonio e Francesco Cuda

La Via Crucis

Ultimo aggiornamento: 26/03/2024  

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  • La Via Crucis

Cenni storici sul rito

 

Originariamente la Via Crucis, rito che commemora e rivive le tappe del percorso di Cristo verso la crocifissione, comportava la necessità di recarsi fisicamente in visita a Gerusalemme, presso i luoghi della Passione di Gesù. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti (e divenne ancor più difficile dopo la conquista ottomana della Terrasanta), vennero introdotte rappresentazioni delle “stazioni” (gli episodi della Passione) nelle chiese. Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina. Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici "quadri/stazioni" disposti nello stesso ordine si diffuse in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati. Successivamente il papa Clemente XII estese, con il Breve Exponi nobis del 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese, accordando a tutti i fedeli che praticassero tale esercizio le stesse indulgenze concesse ai visitatori della Via Crucis in Gerusalemme. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia.
 


La Via Crucis di San Leonardo da Porto Maurizio a Belvedere Marittimo


Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), frate minore francescano che, oltre ad aver eretto almeno 572 Via Crucis in Italia, ne scrisse personalmente svariate versioni testuali. A Belvedere Marittimo sono state utilizzate almeno due differenti versioni delle Via Crucis di San Leonardo: una attestata fino agli inizi del Novecento (attribuita al santo dal manoscritto in cui è riportata), l’altra tuttora in uso (attribuzione sicura, verificata in varie edizioni: si tratta di uno dei testi per Via Crucis più diffusi in Italia).

 

Via Crucis (ancora in uso agli inizi del 1900)      -      Via Crucis (attualmente in uso)

 

È probabile che per un periodo le due versioni abbiano coesistito, prima che quella “vecchia” cadesse in disuso. Difficile ipotizzare i motivi della sostituzione, avvenuta almeno dopo il 1903 (il manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie a firma Giovanni Fazio, conservato nel Santuario di Maria SS. delle Grazie, contemporaneo o successivo a quell’anno, riporta la versione antica). Tuttavia, la precedente versione ha lasciato due tracce in quella attuale:

  •  l’intermezzo “Gesù, Gesù mio bene…”, cantato al posto di “Santa Madre…” nella Chiesa del S. Rosario (e si tenga presente che in tale chiesa è stata celebrata la prima Via Crucis di Belvedere);

  •  il canto “Alla Croce”, XI stazione della serie antica, che nell’ultima Via Crucis di Quaresima sostituisce “A me ti volgi…”, tanto al Rosario quanto (per estensione) alle Grazie. I motivi di tale “sopravvivenza” potrebbero essere diversi: forse un affetto particolare per il vecchio canto o la volontà di rimarcare fortemente il momento della crocifissione nell’ultima Via Crucis (quella più vicina alla Settimana Santa) tramite questa differenziazione. Tanto più che il canto Alla Croce veniva e viene eseguito al Calvario il Venerdì Santo.

Non si conoscono gli autori delle musiche, ma si può supporre siano locali.
 


Prime attestazioni del rito nella chiesa del S. Rosario


Grazie a una Relazione scritta nel 1840 dal parroco di San Nicola Magno (la futura Parrocchia dei Santi Giacomo e Nicola, oggi accorpata a quella di Santa Maria del Popolo) don Vincenzo Nocito, conservata nell’archivio parrocchiale e riportata da mons. Cono Araugio nel libro Belloviderii, sappiamo che a Belvedere il rito della Via Crucis era celebrato già nel 1815 nella Chiesa di San Giacomo (la Chiesa del Santo Rosario) ad opera della Confraternita del S. Rosario (i Rosarianti):


«Dal 1815. Dacché la Chiesa di San Nicola fu unita a quella di San Giacomo il Parroco pro tempore ha fatto sempre la sua residenza nella prima Chiesa, perché più atta alle sacre funzioni. La seconda fu poi occupata, con adesione del parroco, dalla Confraternita del SS. Rosario […]. E finalmente con l’esatto adempimento di tutte le cose religiose che le appartengono ha saputo accrescere la devozione del Pio Esercizio della Via Crucis, in questa Chiesa stabilita dal fu Parroco Don Nicola Maria Granata».
 

Apprendiamo poi dalla stessa fonte che, nel 1832, l’arciprete della Chiesa di Santa Maria del Popolo domandò che la Via Crucis celebrata nella Chiesa del Rosario fosse traslata nella suddetta Chiesa Madre, per la moltitudine di fedeli che partecipava al rito, ma il vescovo della diocesi Mons. Felice Greco non acconsentì:


«Addì 27 gennaio 1832. Il Sig. Arciprete Don Giuseppe Maria Granata veduta la gran folla del popolo a siffatta Via Crucis, si avviò ad ottenere dal Sommo Pontefice una traslocazione alla Chiesa Madre che officia un locale vasto assai, ed anche perché nei Venerdì della Santa Quaresima (giorno fissato del devoto esercizio) la predica Quaresimale pronuziandosi nella Chiesa Arcipretale, avrebbe ben potuto combinarsi la Via Crucis anche con dirsi che apparteneva sempre ai Rosarianti.

Il Vescovo della diocesi fu Felice Greco ordinò che non si fosse fatta novità alcuna per non portar pregiudizio ad altri. Così fu eseguito e non perdersene davantaggio».
 


Prime attestazioni del rito nella chiesa di Maria SS. delle Grazie


Nel 1840 anche la Confraternita delle Grazie fece richiesta di poter «installare una nuova Via Crucis» nella propria Chiesa, nominata nella Relazione come “Chiesa di Sant’Agostino” per la presenza del convento agostiniano (ma la chiesa, al tempo, era in realtà intitolata alla Vergine Annunciata). Ma anche in questo caso il vescovo, con il parere contrario dell’arciprete e degli altri parroci, non acconsentì. Questa è la prima attestazione certa riguardante una Via Crucis celebrata al Santuario di Maria SS. delle Grazie e Consolazione:


«Intesi pienamente di queste cose i Confratelli di Maria SS. Delle Grazie, e singolarmente Don Luigi Rubino, pria, e dopo di esser Sacerdote cappellano di questa Congrega, domandano ed ottengono da Roma un Rescritto Pontificio per istallare una nuova Via Crucis nella Chiesa detta di Sant’Agostino, oggi di loro pertinenza.

Si accingono ad istallare; ma senza neppure farne inteso il Diocesano. Si sentono i filiani del Parroco di San Giacomo, del Cappellano e Padre Spirituale, dei più zelanti fratelli del SS. Rosario; ma intanto sordi ad ogni voce, procedono solo a menare ad effetto il loro disegno promosso poi con zelo dal Rev.do Rubino, sin a voler spedire la vettura ad un Padre Riformato di Foscaldi in data di Febbraio di quest’anno 1840.

Avvisati di tutto ciò i S.ri Arciprete e Parroci ciascheduno per i propri interventi sopra annunciati e per interesse di alcuni fratelli, si dirigono dal Vescovo diocesano, il quale invia un Ufficio al Vicario Foraneo portante questi versi: “il Cappellano della Grazia non facesse nessuna novità in ordine alla Via Crucis sin ante ulteriori disposizioni».


Da notare è poi che il manoscritto di inizio Novecento Un fiore a Maria SS. delle Grazie, scritto dall’allora priore Giovanni Fazio per raccogliere devozioni e riti in uso presso la Confraternita di Maria SS. delle Grazie e conservato nel Museo delle Confraternite presso il Santuario, a proposito della Via Crucis riporta:

 

         


«Così anche nella nostra Congrega da tempo immemorabile fu eretta la Via Crucis, per praticarne l’esercizio in tutte le domeniche della Santa Quaresima e nel 1903 stante il deperimento dei quadri delle Stazioni e della dispersione delle relative Croci, condizione indispensabile per lucrare le S. Indulgenze, fu fatta la nuova canonica erezione dall’Ecc. Vescovo di San Marco e Bisignano, come da attestato che segue».
 

Questo “tempo immemorabile” cui fa riferimento l’autore potrebbe essere anche una semplice iperbole, tanto più che questa è una fonte novecentesca, successiva alla relazione del parroco Nocito. Rimane però certa la sostituzione delle precedenti stazioni rovinate con nuovi quadri (tuttora presenti al Santuario), avvenuta nel 1903. La presenza delle stazioni “fisiche” era infatti fondamentale, perché per l’ottenimento dell’indulgenza bisognava sostare e meditare sotto ognuno dei 14 quadri, come spiega l’autore del manoscritto:

«Per acquistare le Indulgenze della Via Crucis non si richiede né confessione, né comunione, ma basta: 1°. avere il cuore contrito; 2°. fare la visita di tutte le 14 stazioni, passando dall’una all’altra, quando non si fosse impedito dalla folla del popolo; 3°. fare qualche pia considerazione nel particolare mistero che è ricordato su ciascuna stazione. È anche consigliata ad ogni stazione la recita di un Pater, Ave e Gloria preceduto dall’Adoramus Te Christe etc. e susseguita dal Miserere nostri, Domine, miserere nostri etc. nonché di 5 Pater, Ave e Gloria alle 5 piaghe del nostro Signore Gesù Cristo, e di un Pater, Ave e Gloria per pregare secondo la mente del Sommo Pontefice».


Il manoscritto riporta anche l’attestato di erezione di queste nuove stazioni, in latino, firmato dall’allora vescovo mons. Carlo Vicenzo Ricotta:


«Vincentius Ricotta Dei et Apostolicae Sedi Gratia Episcopus S. Marci et Bisinianen - Eidem Sanctae Sedis immediate subiectus - Sacrae Theologiae Doctor - Abbas Commendatarius SS. Petri et Donati ac utilis Dominus et Baron S. Sophiae e(t) Mongrassani.
Vigore facultatis mihi commissae Ego Vincentius Ricotta Episcopus Sancti Marci et Bisinianen Viam Crucis cum annexis Indulgentiis erexi in loco ut supra in precibus etc: iuxta regulas a S. Indulgetiarum Congregatione die 10 Maii 1742.
Belviderii die 2 Octobris 1903 = Vincentius Episcopus».

 


Ipotesi sull’antichità del rito a Belvedere Marittimo


Non sono state trovate fonti che riportino date anteriori al 1815, ma non è da escludere che il rito venisse celebrato già prima: a Belvedere erano infatti presenti tanto i frati minori francescani (dal 1492), ideatori del rito, quanto gli agostiniani (dal 1446, e proprio all’attuale Santuario di Maria SS. delle Grazie). Oltretutto sappiamo che tra il 1605 e il 1619 Belvedere fu dotata di numerose reliquie con annesse indulgenze, fra cui due reliquie della Santa Croce (una della Chiesa di San Giacomo - S. Rosario ed un'altra della Chiesa delle Grazie, oggi entrambe conservate nel Museo delle Confraternite). Le reliquie della croce erano regolarmente esposte alla Venerazione dei Fedeli  durante le Via Crucis e la presenza dell’indulgenza (su cui insiste anche il manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie) potrebbe indicare che da un certo punto in poi vi sia stato abbinato il pio esercizio, seppur non nella forma attuale. (Vedere anche pag. 116/117 del libro Belloviderii di Mons. Cono Araugio, edito da “La Poligrafica” di Scalea, aprile 2006).

 

 

   Reliquie della S. Croce  

Chiesa del SS Rosario                                                                                               Chiesa di Maria SS delle Grazie



Le tre "Via Crucis" del centro storico


Al di là delle incertezze rilevate pare comunque che, nel 1841 (secondo quanto riportato da mons. Cono Araugio nel libro Belloviderii), fu stabilito che la Via Crucis fosse celebrata, in ogni settimana di Quaresima:

  •  il venerdì alla Chiesa della Madonna del S. Rosario;

  •  la domenica alla Chiesa di Maria SS. delle Grazie;

  •  il martedì alla Chiesa Madre di Santa Maria del Popolo.

La Via Crucis del martedì nella Chiesa Madre oggi non viene più celebrata: a partire dagli anni ’80 del XX secolo la celebrazione perse di regolarità. Fino al 2000 venne mantenuta l’ultima Via Crucis di Santa Maria del Popolo, quella del martedì santo, che veniva celebrata all’aperto per le vie del paese e a volte rappresentata.

La Via Crucis del venerdì nella Chiesa del S. Rosario è ancora oggi organizzata dalla Confraternita del S. Rosario, e fino agli anni 70’ del XX secolo i giovani animavano la celebrazione vestiti da fratilli, con i camici e i mantelli della confraternita. I più anziani belvederesi ricordano che in origine erano i confratelli stessi ad animare il rito con l’uniforme della congrega.


 

 


La Via Crucis della domenica nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie è tuttora organizzata dalla Confraternita di Maria SS. delle Grazie. L’ultima Via Crucis, la Domenica delle Palme, è oggi animata dal gruppo dei Fratilli adulti, vestiti ognuno con i propri camici e i mantelli.
 


 

     

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