La Settimana Santa a Belvedere Marittimo

Pagine del gruppo spontaneo de "I Fratilli", realizzate e curate da Antonio e Francesco Cuda

I Canti

Ultimo aggiornamento:  27/03/2024  

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  • I Canti della pietà popolare

Per presentare e comprendere i Canti della Pietà Popolare di Belvedere Marittimo, può risultare interessante leggere questo articolo su I canti popolari nelle processioni del Venerdì Santo di don Sergio Biancofiore, estratto dalla rivista Psallite - Musica & Liturgia del Gennaio 2018.

 

«Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Così Papa Francesco, al n. 126 della Evangelii Gaudium, invita a valorizzare la capacità della pietà popolare di diffondere il Vangelo in virtù della sua secolare inculturazione, per cui essa riesce ancora oggi ad intercettare la sensibilità di tutti, anche dei più semplici e poveri. È per questo che si è sviluppata: portare il vangelo ovunque, soprattutto in quelle campagne che, ancora in piena età moderna, risultavano restie ad ogni educazione cristiana. […]

Si rendevano urgenti, dunque, nuove forme di evangelizzazione: più coinvolgenti rispetto alla sola predicazione, spesso incomprensibile ai ceti più poveri, che facessero più appello all’emotività che alla persuasione dialogica, che presentassero il mistero cristiano come vicino al dramma dell’esistenza umana, fino a descriverne tragicamente la fisicità. Il modello di tali forme espressive fu rappresentato dalle sacre rappresentazioni, che sin dal medioevo coinvolgevano i fedeli nelle chiese, presso le confraternite, sui sagrati delle cattedrali… Si trattava ora di uscire dai luoghi di culto e purificare la teatralità delle rappresentazioni dagli eccessi spettacolari. Nacquero così le processioni e tante altre forme devozionali giunte fino ai nostri giorni, che ebbero nella Settimana Santa, e nel Venerdì Santo in particolare, il loro momento privilegiato. […] Il dramma sacro, dunque, assunse gradualmente una forma processionale, gli attori vennero sostituiti da statue, e i canti divennero sempre più corali, fino a coinvolgere tutti i fedeli. […] In proposito, per segnare la differenza tra sacra rappresentazione e liturgia, il Direttorio sulla Pietà Popolare parla di «mimesi», opposta alla liturgica «anamnesi, presenza misterica dell’evento salvifico della Passione». In queste manifestazioni della pietà popolare, cioè, la Passione non è tanto vista dall’esterno, come un avvenimento altro da me, ma il popolo, senza diaframmi, vive nella passione, identificandosi completamente con essa. […]

 

Un’altra conseguenza di tale completa identificazione negli eventi rappresentati è la possibilità di ricostruirne ogni particolare, come se il fedele fosse fisicamente lì presente. [...] Il fedele è calato a tal punto nel dramma rappresentato, che gli è possibile, nel canto, rivolgersi ai personaggi principali. […]

Tutta la processione costituisce una rappresentazione della Passione, nella quale tutti i partecipanti sono sia attori che protagonisti. Non c’è alcuna differenza tra l’assistere e l’essere nella scena, perché il dramma rappresentato è in realtà quello che tutti sperimentano nella fede: l’offerta della propria vita per i propri cari, nonostante i tradimenti, le offese, terribili sofferenze fisiche...
 

La musica proposta dal canto popolare costituisce la colonna sonora di questa sacra rappresentazione: anch’essa è la stessa che accompagna la vita quotidiana, è in dialetto, la lingua parlata in famiglia e dalle madri, e ha tutto lo stile dei canti popolari che hanno accompagnato l’infanzia dei partecipanti. Il canti processionali del Venerdì Santo, insomma, più che della trascendenza, in cui il fedele è coinvolto nella liturgia, hanno il sapore dell’immanenza del dramma di un Dio incarnato: ecco il segreto della loro forza, per cui riescono a toccare la sensibilità anche di chi è lontano dalla pratica dei sacramenti, ed ecco il motivo per cui sarebbe una grave perdita interrompere la loro tradizione, che si è resa capace, nei secoli, di avvicinare tanti uomini e donne alle soglie del mistero celebrato nella liturgia. […]

Non è trascurabile neanche il valore teologico della pietà popolare, di cui questi canti sono una chiara espressione, Papa Francesco individua in essa addirittura un luogo teologico, ossia il prodotto di una riflessione ecclesiale sulla fede, che ci aiuta a comprendere e a comunicare sempre meglio il mistero rivelato: “Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione”.
In particolare, i canti processionali del Venerdì Santo offrono un’immagine estremamente vitale del dramma dell’incarnazione, di un Dio, cioè, che per noi si è fatto uomo fino al punto di soffrire e morire tragicamente, e pongono in risalto la povertà umana, intrisa di peccato, fino a causare la morte del suo Redentore. […] Nel Venerdì Santo l’essere umano appare invece nudo nella sua miseria di peccatore e di sofferente, solo bisognoso della Misericordia di Dio».

 

 

VENERDI' E DOMENICHE DI QUARESIMA

 

VIA CRUCIS  (Secondo San Leonardo da Porto Maurizio)

 

Inno: VEXILLA REGIS  (testo di San Venanzio Fortunato) 2010 (*)

 

Vexìlla Regis pròdeunt: Fulget Crucis mystèrium,

Qua Vita mortem pèrtulit, Et morte vitam pròtulit.

 

Quae, vulneràta lànceae Mucròne diro, crìminum

Ut nos lavàret sòrdibus, Manàvit unda et sanguine.

 

Implèta sunt quae còncinit David fidèli càrmine,

Dicèndo natiònibus: Regnàvit a ligno Deus.

 

Arbor decòra et fùlgida, Ornàta Regis pùrpura,

Elècta digno stìpite Tam sancta membra tàngere.

 

Beàta, cujus bràchiis Prètium pepèndit saeculi,

Statèra facta còrporis, Tulìtque praedam tàrtari.

 

O Crux, ave, spes ùnica, Hoc passiònis tèmpore,

Piis adàuge gràtiam, Reìsque dele crìmina.

 

Te, fons salùtis, Trìnitas, Collàudet omnis spìritus:

Quibus Crucis victòriam Largìris, adde praemium. Amen.

 

1.a Giaculatoria (alla chiesa del S. Rosario)

Gesù, Gesù mio bene, stampate nel mio cuor le vostre pene!

 

2.a Giaculatoria (al santuario di Maria SS. delle Grazie) 2010 (*)

Santa Madre, dhe, voi fate che le piaghe del Signore,

siano impresse nel mio cuore!

 

3.a Giaculatoria   2022

Adoramus Te Christe et benedicimus tibi,

quia per sancta crucem tuam redemisti mundum!

 

Introduzione: 2010 (*)

L'orme sanguigne del mio Signore, tutto dolore seguiterò.

E il cuore, intanto, per gli occhi in pianto, sopra il Calvario distillerò.

 

St. I - Gesù è condannato a morte 2010 (*)

Cuor mio crudele quando peccasti allor gridasti muoia Gesù!

Mira ch'Ei langue, è tutto sangue, morrò, ti dice, non peccar più.

 

St. II - Gesù è caricato dalla croce 1979 2010 (*)

Gesù mio caro, ormai è giunto l'acerbo punto del tuo morir.

Stringi la croce, morte sì atroce, gode il tuo cuore... per me soffrir.

 

St. III - Gesù cade sotto la croce 2010 (*)

Dhe, voi sentite sassi pungenti i miei lamenti: pietà, pietà!

Gesù è caduto privo di aiuto e più straziato, ahi crudeltà!

 

St. IV - Gesù incontra sua madre 2010 (*)

Ahimè che veggo! Langue Maria che per la via vede il Signor:

di sangue intriso, è come ucciso. La madre e il Figlio:

oh qual dolor, oh qual dolor!

 

St. V  - Gesù è aiutato dal Cireneo 2010 (*)

Simon, la croce sopra il mio dorso, se dar soccorso or non vuoi tu,

porterò io...   Ahi! muore, oh Dio, sotto il gran peso...

ahi, muor Gesù! Ahi, muor Gesù!

 

St. VI - Gesù incontra la Veronica 2010 (*)

Bel volto, oh come la tua bellezza, la tua dolcezza,

come sparì? Come sparì? Tutto ferito, impallidito. In te chi mai...

in te chi mai... in te chi mai tanto infierì. In te chi mai tanto infierì!

 

St. VII - Gesù cade per la seconda volta sotto la croce 2010 (*)

Turbe insolenti, perché sì fiere a schiere, a schiere, contro il mio ben

incrudelite con le ferite, s'Egli è caduto e già vien men?

S'Egli è caduto e già vien men? E già vien men?

 

St. VIII - Gesù incontra le donne di Gerusalemme 2010 (*)

Donne, donne pietose,

oh che bel vanto se il vostro pianto si mescolò

con l'amoroso sangue prezioso che dalle piaghe Gesù versò!

Donne, donne pietose,

oh che bel vanto se il vostro pianto si mescolò

con l'amoroso sangue prezioso che dalle piaghe Gesù versò!

 

St. IX - Gesù cade per la terza volta sotto la croce 2010 (*)

Dal peso oppresso, del tuo peccato, Gesù è cascato, non più tardar.

Indebolisce e tramortisce.

Lascia il peccato, lascia il peccato se'l vuoi sgravar!

 

St. X - Gesù è spogliato dalle vesti 2010 (*)

Angeli voi dal ciel scendete, dal ciel scendete,

l'ali stendete per ricoprir Gesù nudato!

Per ricoprir Gesù nudato! Ahi tu sfacciato,

tanto rossore gli fai soffrir? Tanto rossore gli fai soffrir?

 

St. XI - Gesù viene inchiodato alla croce 2010 (*)

A me ti volgi mio ben spirante, un guardo amante concedi a me.

Dal duolo assorto ch'io resti morto

sotto la croce, Gesù con te... Sotto la croce, Gesù con te...

 

St. XI - Gesù viene inchiodato alla croce (all’ultima Via Crucis) 2010 (*)

Alla Croce è infin disteso l'Innocente e Fido Agnello.               

Vien trafitto a pien martello, a pien martello,           

mani e pié senza pietà.            

Vive ancor trafitto in croce, viene esposto al mondo intero

onde ceda al loro impero, ed alle cieche,        

alle cieche potestà.             

 

St. XII - Gesù muore in croce 1979 - 2010 (*)

Il sol s'oscura, il sol s'oscura e infin la terra il sen disserra

pel gran dolor... Il sen disserra pel gran dolor... Pel gran dolor...

Pel gran dolor... Pel gran dolor...

Morto è il Signore, morto è il Signore!

Oh peccatore se tu non piangi, se tu non piangi sei senza cuor!

 

St. XIII - Gesù è deposto dalla croce e consegnato a sua madre 1979 - 2010 (*)

Dhe Madre pia! Con quanto affetto piangendo al petto stringi Gesù!

Io l'ho ferito, ma son pentito: non più peccati, non più, non più!

 

St. XIV - Gesù è sepolto 2010 (*)

Dal tuo sepolcro non vo' partire senza morire, senza morire.

Ma qui starò finché il dolore m'uccida il cuore, m'uccida il cuore.

L'alma piangendo qui spirerò... L'alma piangendo qui spirerò...

 

     Adoramus Te Christe et benedicimus tibi.

     quia per sancta crucem tuam redemisti mundum!

     Ora pro nobis, Virgo dolorosissima.

     Ut digne efficiamur promissionibus Christi.

    

     Oremus.(...) Amen.

 

Inno alla Croce:  2010 (*)

Io ti adoro o Santa Croce duro legno del mio Signore.               

E col cuore e con la voce, io ti adoro o Santa Croce.

 

 (*) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso dell'ultima "Via Crucis" nel

Santuario di Maria SS. delle Grazie e Consolazione la "Domenica delle Palme" 28 Marzo 2010.

 


 

Nel Centro Storico di Belvedere Marittimo, l'esecuzione dei canti della Settimana Santa, almeno agli inizi del 1900, era affidata a un gruppo ristretto di cantori, voci esclusivamente maschili. Per citarne alcuni: i solisti Francesco (Cicco) Burza e Francesco Magurno, con il coro composto da Mario e Guido Bencardino, Giuseppe D'Aprile, Ottavio Scarcello e Giuseppe Siciliano. Ma al venir meno di alcuni di questi esecutori, tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50 del Novecento, questi canti caddero quasi in disuso. Dal 1955 (da un'annotazione di Saverio Grosso riportata sul manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie), un nuovo gruppo di cantori si prodigò al fine di riprendere i canti in disuso: coordinati dal maestro Giuseppe Granito, Salvatore Biondo, Enrico De Sio, Giuseppe e Salvatore Gaglianone, Saverio Grosso e Saverio Lancellotta, dopo diverse concertazioni, riportarono in vita i canti attualmente utilizzati il Mercoledì (Benedictus - Miserere), il Giovedì (Croce - Di mille colpe reo) ed il Venerdì Santo (Le sette Parole). Tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni 80 durante le annuali concertazioni di tali canti al gruppo iniziale iniziarono ad unirsi nuovi elementi: dapprima Giuseppe Borrelli seguito da Antonio Cuda. A seguire altri inserimenti tra cui: Elena Cairo (prima donna a far parte del gruppo), Eugenio Cairo, Luciano Grosso, Francesco Liporace a tanti altri, anche se non sempre costantemente presenti.

 

Nonostante il venir meno del gruppo di base del 1955, l'arrivo di musicisti come i maestri Francesco Ferraro e Giuseppe Gagliardi e l'inserimento di nuove voci, sia maschili che femminili, hanno garantito sin'ora una costante continuità nell'esecuzione dei canti della nostra tradizione: con l'esecuzione del Benedictus e del Miserere del Mercoledì Santo 2023, si sono superati oltre 20 cantori tra uomini e donne. 

 

MERCOLEDI' SANTO

 

UFFICIO DELLE TENEBRE

 

CANTICO DI ZACCARIA: BENEDICTUS  (Lc 1, 68-79) (dispari melodia / pari retto tono) 2010 (**)

 

Benedictus Dòminus Dèus Israhel

quia visitàvit et fecit redemptionem plebi sùae

 

- et erexit cornu salutis nobis in domo David pueri sui.

 

Sicut locutus est pèr òs sanctòrum

qui a saèculo sunt prophetarum èjus

 

- salutem ex inimicis nostris et de manu omnium qui oderunt nos.

 

Ad facièndam misericordiam cum pàtribus nòstris

et memoràri testamenti sùi sàncti

 

- iusiurandum quod iuravit ad Abraham patrem nostrum daturum se nobis.

 

Ut sine timòre dè mànu inimicòrum nostròrum

liberàti serviamus ìlli

 

- in sanctitate et iustitia coram ipso omnibus diebus nostris.

 

Et tu pùer propheta Altìssimi vocàberis

praeibis_enim_ante fàciem Domini paràre vias èjus

 

- ad dandam scientiam salutis plebi eius in remissionem peccatorum eorum.

 

Per vìscera misericordiae Dèi nòstri

in quibus visitàvit nos_oriens_èx àlto

 

- inluminare his qui in tenebris et in umbra mortis sedent ad dirigendos pedes nostros in viam pacis.

 

 

SALMO 50 (di Davide): MISERERE  Anni '80 [dispari melodia / pari retto tono] -   2010 (**)

 

Miserere / miserere / mèi Dèus / secundum màgnam misericòrdiam /

mìsericòrdiam / mìsericòrdiam / misericordiam tùam /

 

- et secundum multitudinem miserationum tuarum dele iniquitatem meam.

 

Amplius làva me / ab inìquitàte mèa / et à peccato meo munda me / et à peccato meo munda me /

mùnda me / mùnda me / munda mè /

 

- quoniam iniquitatem meam ego cognosco et peccatum meum contra me est semper.

 

Tibi sòli peccàvi / et malum coràm te fèci / ut justificèris in sermonibus tùis /

èt vincas / èt vincas cum judicàris /

 

- ecce enim in iniquitatibus conceptus sum et in peccatis concepit me mater mea.

 

Ecce enim veritatem dilexìsti / incèrta et occulta sapientiaè tuaè / mànifestasti mìhi / mànifestasti mìhi /

mànifestàsti / mànifestàsti / manifestasti mìhi /

 

- asparges me hysopo et mundabor lavabis me et super nivem dealbabor.

 

Audìtui meo dàbis / gaudium èt laetìtiam / et exultàbunt ossa humiliàta /

èt exultàbunt / èt exultàbunt ossa humiliàta /

 

- averte faciem tuam a peccatis meis et omnes iniquitates meas dele.

 

Cor mundum crea_in_me_Dèus / et spirìtum rèctum ìnnòvà / ìn vìsceribus mèis / ìn vìsceribus mèis /

ìn vìscèribus / ìn vìscèribus / in visceribus mèis /

 

- ne proicias me a facie tua et spiritum sanctum tuum ne auferas a me

 

Redde mihi laètitiam / sàlutàris tui / èt spiritu principàli confirma mè /

cònfirma mè / cònfirma mè / confirma mè /

 

- docebo iniquos vias tuas et impii ad te convertentur.

 

Lìbera me dè sanguìnibus / Deus Dèus salùtis meaè / et èxultabit lingua mèa / et èxultabit lingua mèa /

jùstitiam tùam / jùstitiam tùam / justitiam tùam /

 

- Domine labia mea aperies et os meum adnuntiabit laudem tuam.

 

Quoniam si voluìsses sacrificium / dèdissèm utìque / holocàustis non delectàberis /

nòn delectàberis / nòn delectàberis / non delectàberis /

 

- sacrificium Deo spiritus contribulatus cor contritum et humiliatum Deus non spernet.

 

Bènigne fàc Dòmine / in bona voluntate tua Sìon / ùt aedificèntur / ùt aedificèntur /

mùri Jerùsalem / mùri Jerùsalem / muri Jerùsalem /

 

- tunc acceptabis sacrificium iustitiae oblationes et holocausta tunc inponent super altare tuum vitulos.

 

 

 (**) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso dell'Ufficio delle Tenebre

celebrato nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Mercoledì Santo" 31 Marzo 2010.

 


 

GIOVEDI' SANTO

 

REPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO nella chiesa di S. Maria del Popolo:

 

E' SPIRATO   (non più in uso)    1979 nell'esecuzione di Giuseppe Gaglianone + coro      

 

1. È spirato! Esangue giace / o fratelli, il Redentor.
La grand'opra della pace / il portento dell'amore.
L'umanato consumò / ed il capo reclinò.

Sul ferale tronco confitto / pende lacero, nudato;
per crudele asta trafitto / d'aspri dumi incoronato.
Fan dell'ali agli occhi un vel / mesti gli angeli del Ciel.

 

altre strofe non utilizzate


2.
O terror! Freme natura / all’ingiusto orrendo scempio,
improvviso il sol s’oscura / si discinde il vel del tempio.
Tinge funebre pallor / il romito astro minor.

Trema il suol, ondeggia il monte, / da’ sepolcri scoperchiati
levan taciti la fronte / i veggenti trapassati.
E dal tuono al rimugghiar / turbinando ondeggia il mar.


3.
Cieco popolo feroce, / la salute dei redenti
non iscorge nella Croce / all’aspetto dei potenti.
Alla vittima che muor / baldo insulto e nega onor.

Generoso! E tu venivi / allo scherno ed alle pene
te medesmo esinanivi / per destarci a nuova speme.
Generoso, a tanto amor / l’uomo ingrato chiude il cor.


4.
Mite il chiami, ed ei t’offende; / lo rischiari, all’ombra ei corre;
gli dai vita, ei morte rende; / l’ami ancor, ed ei t’aborre;
tu lo cerchi, ei volge il piè / al sentir che d’uom non è.

O fratelli, largo il pianto / nell’affanno oggi si versi,
chi non geme irride il Santo / colla turba dei perversi.
Col giudeo torna a ferir, / sulle piaghe a incrudelir.

5. L’unigenito Figliolo, / che col Padre ha in Cielo il trono,
perché il volle porta il duolo, / lo ripulsa l’abbandono.
Nella pace perdonò / ed il fallo cancellò.

 

 

REPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO nel santuario di Maria SS. delle Grazie:

 

UMILE OSTIA (testo di Alessandro Manzoni)   (non più in uso)

 

Umile Ostia, sangue innocente,

Dio presente, Dio nascosto,

figlio d'Eva, eterno Re

china il guardo, Iddio pietoso,

su una polve che ti sente,

che si prostra innanzi a Te.

 

 

COMMEMORAZIONE DELLA PASSIONE:

 

CROCE   1979 nell'esecuzione di Giuseppe Gaglianone + coro

 

Croce, tu il vero simbolo / d'amor, di gloria insieme;

tu splendi più dell'iride, / tu sei segnal di speme.

In ciel t'adorano gli angeli / e qui sei scuola ai re...

...sei scuola ai re!

 

Croce adorata, che orribil / palco di morte e di ira,

su cui per man dei perfidi / l'onnipossente spira.

Prostrati nella polvere / siam tutti innanzi a te...

...innanzi a te!

 

altre strofe non utilizzate:

 

Per te si schiuse libera / all’uom la via del Cielo,
per te l’error si dissipa / nel suo più fosco velo.
Sei dei redenti l’ancora, / sei speme a noi quaggiù…
…a noi quaggiù!

Ti salutiam, più tenera / in questo dì ti scopri:
quante memorie e lagrime / al pio fedel discopri.
Per te soggiacque ai triboli / di Dio la gran virtù…
…la gran virtù!

 

 

DI MILLE COLPE REO   1993                 

 

Di mille colpe reo / lo so, Signore, io sono:               

non merito perdono, / né più il potrei sperar.           

Non merito perdono, / né più il potrei sperar.            

 

Ma senti quella voce / che per me prega e poi,

lascia, Signor, se puoi, / lascia di perdonar.        

Lascia, Signor, se puoi, / lascia di perdonar.             

 


 

VENERDI' SANTO

ALLE TRE ORE DI AGONIA  (SETTE PAROLE)

 

Introduzione 2011 (****)

Già trafitto in duro legno / dall'indegno popol rio

la grand'alma, un uomo Dio, / va, sul Golgota, a spirar,

va, sul Golgota, a spirar. / Voi che a Lui fedeli siete

non perdete, o Dio, i momenti; / di Gesù, di Gesù gli ultimi accenti

dhe, venite ad ascoltar... / Dhe, venite ad ascoltar.

 

I - "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno." 2010 (***)

Di mille colpe reo, lo so Signor, io sono:

non merito perdono, ne'l più il potrei sperar...

Non merito perdono, ne'l più il potrei sperar...

Ma senti quella voce che per me prega e poi...

Lascia Signor se puoi, lascia di perdonar!

Ma senti quella voce che per me prega e poi...

Lascia Signor se puoi, lascia di perdonar!

Lascia Signor se puoi, lascia di perdonar!

Di perdonar! Di perdonar!

 

II - "Oggi, sarai con me in Paradiso!" 2010 (***)

Quando morte, coll'orrido artiglio,

la mia vita a predare venga.

La mia vita a predare venga.

Dhe, Signor, ti sovvenga di me.

Tu mi assisti nel fiero periglio

e deposta la squallida salma,

venga l'alma a regnare con Te...

a regnare con Te.

Tu mi assisti nel fiero periglio...

Tu mi assisti nel fiero periglio

e deposta la squallida salma,

venga l'alma a regnare con Te...

venga l'alma a regnar  con Te!

 

III - "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre!" 2010 (***)

Volgi, dhe, volgi a me il tuo ciglio

madre pietosa! Poiché amorosa!

Ma qual tuo figlio devi guardare.

Di tanto onore degno mi rendi,

del santo amore, tu il cor mi accendi.

Né un solo istante, freddo e incostante,

ah! mai non sia, Gesù e Maria,

lasc'io d'amar, lasc'io d'amar.

 

IV - "Dio mio! Dio mio! Perché mi hai abbandonato." 2010 (***)

Dunque, dal Padre ancora, dal Padre ancora

abbandonato sei.

Dunque, dal Padre ancora, dal Padre ancora

abbandonato sei.

Ridotto t'ha l'amore a questo buon Gesù!

Ridotto t'ha l'amore a questo buon Gesù!

Ed io coi falli miei...

Per misero gioire, potrotti abbandonare?

Potrotti abbandonare? Potrotti abbandonar?

Piuttosto, o Dio, morire. Piuttosto, o Dio morire!

No, non più peccar, non più peccar, peccar non più,

peccar non più!

Non più, non più, non più peccar!

Non più, non più, non più peccar, peccar non più!

 

V - "Ho Sete!" 2010 (***)

Qual giglio candido allorché il cielo

nemico negagli il fresco umor.

Il capo languido sul verde stelo

nel raggio fervido posa talor.

Fra mille spasimi, tal pur esangue,

di sete lagnasi il mio Signor.

Ov'è, ov'è quel barbaro che mentr'Ei langue

il refrigerio di poche lacrime gli neghi ancor...

gli neghi ancor!

 

VI - "Tutto è compiuto." 2010 (***)

L'alta impresa è già, è già compita.

L'alta impresa è già, è già compita.

E Gesù, e Gesù con braccio forte

negli abissi, negli abissi la ria morte

vincitor, vincitor precipitò.

Chi alla colpe ormai ritorna, ormai ritorna,

della morte, della morte brama il regno

e di quella vita è indegno,

che Gesù ci ridonò. Che Gesù ci ridonò!

 

VII - "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito." 2010 (***)

Jesus autem. Jesus autem, emissa voce magna,

emissa voce magna, expiravit.

E Gesù morì! E Gesù morì!

Ricopresi di nero ammanto il cielo.

I duri sassi spezzansi. Si squarcia il sacro velo.

E l'universo attonito compiange il suo Signor!

Gesù morì! Gesù morì!

Insensibile, insensibile in mezzo a tanto duolo...

...in mezzo a tanto duolo,

più dei macigni stupido, più dei macigni stupido

resterà l'uomo solo... che coi suoi falli origine,

che coi suoi falli origine fu del comun dolor.

Gesù, Gesù, Gesù, Gesù morì.

 

 (***) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso della Commemorazione dell'Agonia

nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Venerdì Santo" 2 Aprile 2010.

 

 (****) Le registrazioni dei canti del 2011, sono state effettuate nel corso della Commemorazione dell'Agonia

nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Venerdì Santo" 22 Aprile 2011.

 


 

Benedizione con la Reliquia della Croce nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie   1993 don Guido Mollo

 

V. Adoramus Te, Christe, et benedicimus tibi
R. quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 

Oremus. Respice quaesumus, Domine,

super hanc familiam tuam,

pro qua Dominus noster Iesus Christus

non dubitavit manibus tradi nocentium

et Crucis subire tormentum.

Qui tecum vivit et regnat

in saecula saecolorum. Amen.

 

Inno alla Croce   1993


Io ti adoro, o Santa Croce,
duro legno del mio Signore.
E col cuore e con la voce
io ti adoro o Santa Croce.

 


 

CANTI POPOLARI

 

AI TUOI PIEDI... 31 Marzo 2010

 

Ai Tuoi piedi o bella Madre, verso pianto di dolore,

per me prega il Divin Padre, in Te sola ha speme il cor.

Per me prega il Divin Padre, in Te sola ha speme il cor.

 

Una stilla almen del sangue che versava il Tuo Gesù,

mi conforti il cuor che langue, mi conceda ancor virtù.

Mi conforti il cuor che langue, mi conceda ancor virtù.

 

Ah! Seguir vorrei Tuo Figlio, il mio sangue ancor versar,

ma nell'ora del periglio sento il cor in sen tremar.

Ma nell'ora del periglio sento il cor in sen tremar.

 

Dal Calvario sulla via con Te voglio almen venir

e spirar con Te Maria, contemplando il Tuo patir.

E spirar con Te Maria, contemplando il Tuo patir.

 

Or al Figlio, che ferito tutto è sangue in faccia a Te,

offri un guardo impietosito, una lacrima per me.

Offri un guardo impietosito, una lacrima per me.

 

Tu sei Madre del dolore, degli afflitti sei consol,

hai per me trafitto il core, per me in croce il Tuo Figliol.

Hai per me trafitto il core, per me in croce il Tuo Figliol.


Tra i cipressi ogn'or mi aggiro, ove mesto passo i dì,

sarò Teco nel martirio, ove il Figlio Tuo morì.

Sarò Teco nel martirio, ove il Figlio Tuo morì.

 

Io L'offesi e i falli miei, finché vivo piangerò,

ma se Madre ancor mi sei, io perdon Ti chiedo e avrò.

Ma se Madre ancor mi sei, io perdon Ti chiedo e avrò.

 

EVVIVA LA CROCE  22 Aprile 2011                         

 

          Evviva la Croce, la Croce evviva.

          Evviva la Croce e chi la portò.               

 

Evviva la Croce sorgente di gloria

eterna memoria del mio Redentor.

 

La Croce diletta da pochi bramata

fan l'alma beata di chi la cercò.

 

Con sommo trionfo in ciel esaltata

di luce adornata un dì ti vedrò.

 

Sarai per gli eletti dolcezza e contento

affanno e spavento per chi ti sprezzò.

 

O Croce preziosa o sacro tesoro

prostrato ti adoro, e chi ti esaltò.

 

Vessillo di gloria, di pace gradita

sei legno di vita che il cielo creò.

 

Venite fedeli, lodate la Croce,

alzate la voce: sol Cristo ci amò.

 

GESU' MIO CON DURE FUNI...   (testo di S. Alfonso Maria de Liguori) 2 Aprile 2010

 

Gesù mio, con dure funi, come reo chi ti legò?

 

   Sono stati i miei peccati Gesù mio perdon, pietà.

   Sono stati i miei peccati Gesù mio perdon, pietà.

 

Gesù mio, la bella faccia, chi crudel ti schiaffeggiò?

 

Gesù mio, di fango e sputi, chi il bel volto ti imbrattò?

 

Gesù mio, le belle carni, chi spietato ti flagellò?

 

Gesù mio, la nobil fronte, chi di spine t'incoronò?

 

Gesù mio, sulle Tue spalle, chi la Croce caricò?

 

Gesù mio, la dolce bocca, chi di fiele t'amareggiò?

 

Gesù mio, le sacre mani, chi con chiodi ti trapassò?

 

Gesù mio, quei stanchi piedi, chi alla Croce ti inchiodò?

 

Gesù mio, l'amante core, con la lancia chi trapassò?

 

O Maria, quel Tuo bel Figlio, chi l'uccise e tel rubò?

 

   Sono stati i miei peccati, o Maria perdon, pietà.

   Sono stati i miei peccati, o Maria perdon, pietà.

 

MIO BARBARO CUOR...  2 Aprile 2010

 

Mio barbaro cuor, mio barbaro cuor,

la morte spietata tu desti al Signor;

squarciasti le vene al caro mio bene

che langue, che langue, che muore, che muore,

che spira per te.

Che langue, che muore, che spira per te.

 

Feroce oppressor, feroce oppressor;

ricopriti almeno di santo rossore;

dhe, piangi e sospira, contempla e rimira

la Croce, la Croce, le spine, le spine,

qual sangue versò.

La Croce, le spine, qual sangue versò.

 

E' vero Signor, è vero Signor,

pietà però spera dolente il mio cuor.

D'amor non s'accese, per questo t'offese

l'ingrato, l'ingrato, mio cuor, mio cuor.

Dhe abbi pietà!

L'ingrato mio cuore, dhe abbi pietà.

 

Mio amato Signor, perdonami ancora, mio amato Signor.

 

O FIERI FLAGELLI...   (testo di S. Alfonso Maria de Liguori) Anni '80 - 28 Marzo 2010 - 2 Aprile 2010 - 2 Aprile 2010

 

O fieri flagelli, che al mio buon Signore

le carni squarciate con tanto dolor.

 

   Non date più pene al caro mio bene,

   non più tormentate l'amato Gesù.  

   Ferite, ferite, ferite quest'alma. 

   Ferite quest'alma che causa ne fu.

 

O spine crudeli, che al mio buon Signore

la testa pungete con tanto dolor.

 

O chiodi spietati, che al mio buon Signore

le mani passate con tanto dolor. 

 

O lancia tiranna, che al mio buon Signore 

il fianco trafiggi con tanto dolor.

 

   Ti bastin le pene già date al mio bene

   non più straziate l'amato Gesù.

   Trafiggi, trafiggi, trafiggi quest'alma.

   Trafiggi quest'alma che causa ne fu.

 

STAVA MARIA DOLENTE (musica di Antonio Lotti) Anni '80 - 2 Aprile 2010

 

Stava Maria dolente senza respiro e voce

mentre pendeva in Croce del mondo il Redentor.

E nel fatale istante, crudo e materno affetto.

Le trafiggeva il petto, le lacerava il cuor.  

Le trafiggeva il petto, le lacerava il cuor. 

 

Qual di quell'alma bella fosse lo strazio indegno,

non che l'umano ingegno immaginar nol può.

Vedere un figlio, un Dio, che palpita che muore.

Sì barbaro dolore qual madre mai provò. 

Sì barbaro dolore qual madre mai provò. 

 

Alla funerea scena chi tiene il pianto a freno,

ha un cuor di tigre in seno, o cuor in sen non ha.

Chi può mirare in tante pene una madre, un figlio,

e non bagnare il ciglio e non sentir pietà.

E non bagnare il ciglio e non sentir pietà.

 

 

Da scaricare: I canti della Settimana Santa a Belvedere Marittimo

 

Al seguente link dinamico: Canti della Settimana Santa – Gagliardi, sono disponibili le partiture dei canti riportati in questa pagina (anche se al momento non è ancora disponibile la Via Crucis). Nel precisare che i singoli spartiti non hanno una struttura rigorosa, si sottolinea che per la realizzazione di tale lavoro Giuseppe Gagliardi, durante il periodo di Lockdown del 2020 per il Covid19, si è ispirato ad un testo del 1999 curato da Francesco Liporace: “I canti della Via Crucis e della Settimana Santa a Belvedere Marittimo" (vedere qui alla pagina Pubblicazioni).

 


 

     

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