La Settimana Santa a Belvedere Marittimo
Pagine del gruppo spontaneo de "I Fratilli", realizzate e curate da Antonio e Francesco Cuda
Ultimo aggiornamento: 27/03/2024 |
|
Per presentare e comprendere i Canti della Pietà Popolare di Belvedere Marittimo, può risultare interessante leggere questo articolo su I canti popolari nelle processioni del Venerdì Santo di don Sergio Biancofiore, estratto dalla rivista Psallite - Musica & Liturgia del Gennaio 2018.
«Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Così Papa Francesco, al n. 126 della Evangelii Gaudium, invita a valorizzare la capacità della pietà popolare di diffondere il Vangelo in virtù della sua secolare inculturazione, per cui essa riesce ancora oggi ad intercettare la sensibilità di tutti, anche dei più semplici e poveri. È per questo che si è sviluppata: portare il vangelo ovunque, soprattutto in quelle campagne che, ancora in piena età moderna, risultavano restie ad ogni educazione cristiana. […] Si rendevano urgenti, dunque, nuove forme di evangelizzazione: più coinvolgenti rispetto alla sola predicazione, spesso incomprensibile ai ceti più poveri, che facessero più appello all’emotività che alla persuasione dialogica, che presentassero il mistero cristiano come vicino al dramma dell’esistenza umana, fino a descriverne tragicamente la fisicità. Il modello di tali forme espressive fu rappresentato dalle sacre rappresentazioni, che sin dal medioevo coinvolgevano i fedeli nelle chiese, presso le confraternite, sui sagrati delle cattedrali… Si trattava ora di uscire dai luoghi di culto e purificare la teatralità delle rappresentazioni dagli eccessi spettacolari. Nacquero così le processioni e tante altre forme devozionali giunte fino ai nostri giorni, che ebbero nella Settimana Santa, e nel Venerdì Santo in particolare, il loro momento privilegiato. […] Il dramma sacro, dunque, assunse gradualmente una forma processionale, gli attori vennero sostituiti da statue, e i canti divennero sempre più corali, fino a coinvolgere tutti i fedeli. […] In proposito, per segnare la differenza tra sacra rappresentazione e liturgia, il Direttorio sulla Pietà Popolare parla di «mimesi», opposta alla liturgica «anamnesi, presenza misterica dell’evento salvifico della Passione». In queste manifestazioni della pietà popolare, cioè, la Passione non è tanto vista dall’esterno, come un avvenimento altro da me, ma il popolo, senza diaframmi, vive nella passione, identificandosi completamente con essa. […]
Un’altra conseguenza di tale completa identificazione negli eventi rappresentati è la possibilità di ricostruirne ogni particolare, come se il fedele fosse fisicamente lì presente. [...] Il fedele è calato a tal punto nel dramma rappresentato, che gli è possibile, nel canto, rivolgersi ai personaggi principali. […]
Tutta la processione costituisce una
rappresentazione della Passione, nella quale tutti i partecipanti sono
sia attori che protagonisti. Non c’è alcuna differenza tra l’assistere e
l’essere nella scena, perché il dramma rappresentato è in realtà quello
che tutti sperimentano nella fede: l’offerta della propria vita per i
propri cari, nonostante i tradimenti, le offese, terribili sofferenze
fisiche... La musica proposta dal canto popolare costituisce la colonna sonora di questa sacra rappresentazione: anch’essa è la stessa che accompagna la vita quotidiana, è in dialetto, la lingua parlata in famiglia e dalle madri, e ha tutto lo stile dei canti popolari che hanno accompagnato l’infanzia dei partecipanti. Il canti processionali del Venerdì Santo, insomma, più che della trascendenza, in cui il fedele è coinvolto nella liturgia, hanno il sapore dell’immanenza del dramma di un Dio incarnato: ecco il segreto della loro forza, per cui riescono a toccare la sensibilità anche di chi è lontano dalla pratica dei sacramenti, ed ecco il motivo per cui sarebbe una grave perdita interrompere la loro tradizione, che si è resa capace, nei secoli, di avvicinare tanti uomini e donne alle soglie del mistero celebrato nella liturgia. […]
Non è trascurabile neanche il valore teologico
della pietà popolare, di cui questi canti sono una chiara espressione,
Papa Francesco individua in essa addirittura un luogo teologico, ossia
il prodotto di una riflessione ecclesiale sulla fede, che ci aiuta a
comprendere e a comunicare sempre meglio il mistero rivelato: “Le
espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è
in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare
attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova
evangelizzazione”.
VENERDI' E DOMENICHE DI QUARESIMA
VIA
CRUCIS
(Secondo San Leonardo da Porto Maurizio)
Inno: VEXILLA REGIS (testo di San Venanzio Fortunato) 2010 (*)
Vexìlla Regis pròdeunt: Fulget Crucis
mystèrium,
Qua Vita mortem pèrtulit, Et morte
vitam pròtulit.
Quae, vulneràta lànceae Mucròne diro,
crìminum
Ut nos lavàret
sòrdibus, Manàvit unda et sanguine.
Implèta
sunt quae còncinit David fidèli càrmine,
Dicèndo
natiònibus: Regnàvit a ligno Deus.
Arbor decòra
et fùlgida, Ornàta Regis pùrpura,
Elècta digno stìpite Tam sancta
membra tàngere.
Beàta, cujus bràchiis Prètium pepèndit
saeculi,
Statèra facta còrporis, Tulìtque
praedam tàrtari.
O Crux, ave, spes ùnica, Hoc passiònis
tèmpore,
Piis adàuge gràtiam, Reìsque dele crìmina.
Te, fons
salùtis, Trìnitas, Collàudet omnis spìritus:
Quibus Crucis victòriam Largìris,
adde praemium. Amen.
1.a
Giaculatoria
Gesù, Gesù mio bene, stampate nel mio
cuor le vostre pene!
2.a
Giaculatoria
Santa Madre, dhe, voi fate che le
piaghe del Signore,
siano impresse nel mio cuore!
Adoramus Te
Christe et benedicimus tibi,
quia per sancta crucem tuam redemisti
mundum!
L'orme sanguigne del mio Signore, tutto
dolore seguiterò.
E il cuore, intanto, per gli occhi in
pianto, sopra il Calvario distillerò.
St. I - Gesù è condannato a morte 2010 (*)
Cuor mio crudele quando peccasti allor
gridasti muoia Gesù!
Mira ch'Ei langue, è tutto sangue,
morrò, ti dice, non peccar più.
St.
II - Gesù è caricato dalla croce
Gesù mio caro, ormai è giunto
l'acerbo punto del tuo morir.
Stringi la croce, morte sì atroce,
gode il tuo cuore... per me soffrir.
St.
III - Gesù cade sotto la croce
Dhe, voi sentite sassi pungenti i miei
lamenti: pietà, pietà!
Gesù è caduto privo di aiuto e più
straziato, ahi crudeltà!
St.
IV - Gesù incontra sua madre
Ahimè che veggo! Langue Maria che per
la via vede il Signor:
di sangue intriso, è come ucciso. La
madre e il Figlio:
oh qual
dolor, oh qual dolor!
St.
V - Gesù è aiutato dal Cireneo
Simon, la croce sopra il mio dorso, se
dar soccorso or non vuoi tu,
porterò io...
Ahi! muore, oh Dio, sotto il gran peso...
ahi, muor Gesù! Ahi, muor Gesù!
St.
VI - Gesù incontra la Veronica
Bel volto, oh come la tua bellezza, la
tua dolcezza,
come sparì? Come sparì? Tutto ferito,
impallidito. In te chi mai...
in te chi mai... in te chi mai tanto
infierì. In te chi mai tanto infierì!
St.
VII - Gesù cade per la seconda volta sotto la croce
Turbe insolenti, perché sì fiere a
schiere, a schiere, contro il mio ben
incrudelite con le ferite, s'Egli è
caduto e già vien men?
S'Egli è caduto e già vien men? E già
vien men?
St.
VIII - Gesù incontra le donne di Gerusalemme Donne, donne pietose, oh che bel vanto se il vostro pianto si mescolò
con l'amoroso sangue prezioso che dalle
piaghe Gesù versò! Donne, donne pietose, oh che bel vanto se il vostro pianto si mescolò
con l'amoroso sangue prezioso che dalle
piaghe Gesù versò!
St.
IX - Gesù cade per la terza volta sotto la croce
Dal peso oppresso, del tuo peccato, Gesù
è cascato, non più tardar.
Indebolisce e tramortisce.
Lascia il peccato, lascia il peccato
se'l vuoi sgravar!
St.
X - Gesù è spogliato dalle vesti
Angeli voi dal ciel scendete, dal ciel
scendete,
l'ali stendete per ricoprir Gesù
nudato!
Per ricoprir Gesù nudato! Ahi tu
sfacciato,
tanto rossore gli fai soffrir? Tanto
rossore gli fai soffrir?
St.
XI - Gesù viene inchiodato alla croce
A me ti volgi mio ben spirante, un
guardo amante concedi a me.
Dal duolo assorto ch'io resti morto
sotto la croce, Gesù con te... Sotto
la croce, Gesù con te...
St. XI - Gesù viene inchiodato alla croce
(all’ultima Via Crucis)
Alla
Croce è infin disteso l'Innocente e Fido Agnello.
Vien
trafitto a pien martello, a pien martello,
mani
e pié senza pietà.
Vive
ancor trafitto in croce, viene esposto al mondo intero
onde
ceda al loro impero, ed alle cieche,
alle
cieche potestà.
St.
XII - Gesù muore in croce
Il sol s'oscura, il sol s'oscura e
infin la terra il sen disserra
pel gran dolor... Il sen disserra pel
gran dolor... Pel gran dolor...
Pel gran dolor... Pel gran dolor...
Morto è il Signore, morto è il
Signore!
Oh peccatore se tu non piangi, se tu
non piangi sei senza cuor!
St.
XIII - Gesù è deposto dalla croce e consegnato a sua madre
Dhe Madre pia! Con quanto affetto
piangendo al petto stringi Gesù!
Io l'ho ferito, ma son pentito: non più
peccati, non più, non più!
St.
XIV - Gesù è sepolto
Dal tuo sepolcro non vo' partire senza
morire, senza morire.
Ma qui starò finché il dolore
m'uccida il cuore, m'uccida il cuore.
L'alma piangendo qui spirerò... L'alma
piangendo qui spirerò...
Adoramus Te
Christe et benedicimus tibi.
quia per sancta crucem tuam redemisti
mundum!
Ora pro nobis, Virgo dolorosissima.
Ut digne
efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.(...) Amen.
Io
ti adoro o Santa Croce duro legno del mio Signore.
E col cuore e con la voce, io ti adoro o Santa Croce.
(*) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso dell'ultima "Via Crucis" nel Santuario di Maria SS. delle Grazie e Consolazione la "Domenica delle Palme" 28 Marzo 2010.
Nel Centro Storico di Belvedere Marittimo, l'esecuzione dei canti della Settimana Santa, almeno agli inizi del 1900, era affidata a un gruppo ristretto di cantori, voci esclusivamente maschili. Per citarne alcuni: i solisti Francesco (Cicco) Burza e Francesco Magurno, con il coro composto da Mario e Guido Bencardino, Giuseppe D'Aprile, Ottavio Scarcello e Giuseppe Siciliano. Ma al venir meno di alcuni di questi esecutori, tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50 del Novecento, questi canti caddero quasi in disuso. Dal 1955 (da un'annotazione di Saverio Grosso riportata sul manoscritto Un fiore a Maria SS. delle Grazie), un nuovo gruppo di cantori si prodigò al fine di riprendere i canti in disuso: coordinati dal maestro Giuseppe Granito, Salvatore Biondo, Enrico De Sio, Giuseppe e Salvatore Gaglianone, Saverio Grosso e Saverio Lancellotta, dopo diverse concertazioni, riportarono in vita i canti attualmente utilizzati il Mercoledì (Benedictus - Miserere), il Giovedì (Croce - Di mille colpe reo) ed il Venerdì Santo (Le sette Parole). Tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni 80 durante le annuali concertazioni di tali canti al gruppo iniziale iniziarono ad unirsi nuovi elementi: dapprima Giuseppe Borrelli seguito da Antonio Cuda. A seguire altri inserimenti tra cui: Elena Cairo (prima donna a far parte del gruppo), Eugenio Cairo, Luciano Grosso, Francesco Liporace a tanti altri, anche se non sempre costantemente presenti.
Nonostante il venir meno del gruppo di base del 1955, l'arrivo di musicisti come i maestri Francesco Ferraro e Giuseppe Gagliardi e l'inserimento di nuove voci, sia maschili che femminili, hanno garantito sin'ora una costante continuità nell'esecuzione dei canti della nostra tradizione: con l'esecuzione del Benedictus e del Miserere del Mercoledì Santo 2023, si sono superati oltre 20 cantori tra uomini e donne.
MERCOLEDI' SANTO
UFFICIO DELLE TENEBRE
CANTICO
DI ZACCARIA: BENEDICTUS (Lc
1, 68-79)
(dispari
melodia / pari retto tono)
Benedictus
Dòminus Dèus Israhel
quia
visitàvit et fecit redemptionem plebi sùae
- et erexit
cornu salutis nobis in domo David pueri sui.
Sicut locutus est pèr òs sanctòrum
qui a saèculo sunt prophetarum èjus
- salutem
ex inimicis nostris et de manu omnium qui oderunt nos.
Ad
facièndam misericordiam cum pàtribus nòstris
et
memoràri testamenti sùi sàncti
- iusiurandum quod iuravit ad Abraham
patrem nostrum daturum se nobis.
Ut
sine timòre dè mànu inimicòrum nostròrum
liberàti
serviamus ìlli
- in sanctitate et iustitia coram ipso
omnibus diebus nostris.
Et tu pùer propheta Altìssimi vocàberis
praeibis_enim_ante fàciem Domini paràre vias èjus
- ad dandam
scientiam salutis plebi eius in remissionem peccatorum eorum.
Per
vìscera misericordiae Dèi nòstri
in quibus visitàvit nos_oriens_èx àlto
- inluminare his qui in tenebris et in
umbra mortis sedent ad dirigendos pedes nostros in viam pacis.
SALMO 50 (di Davide): MISERERE Anni
'80 [dispari
melodia / pari retto tono]
Miserere
/ miserere / mèi Dèus / secundum màgnam misericòrdiam /
mìsericòrdiam
/ mìsericòrdiam / misericordiam tùam /
- et secundum multitudinem miserationum
tuarum dele iniquitatem meam.
Amplius
làva me / ab inìquitàte mèa / et à peccato meo munda me / et à peccato meo
munda me /
mùnda
me / mùnda me / munda mè /
- quoniam iniquitatem meam ego cognosco
et peccatum meum contra me est semper.
Tibi
sòli peccàvi / et malum coràm te fèci / ut justificèris in
sermonibus tùis /
èt vincas / èt vincas cum judicàris /
- ecce enim
in iniquitatibus conceptus sum et in peccatis concepit me mater mea.
Ecce enim veritatem dilexìsti / incèrta et occulta
sapientiaè tuaè / mànifestasti mìhi / mànifestasti mìhi /
mànifestàsti
/ mànifestàsti / manifestasti mìhi /
- asparges
me hysopo et mundabor lavabis me et super nivem dealbabor.
Audìtui meo dàbis / gaudium èt laetìtiam /
et exultàbunt ossa humiliàta /
èt exultàbunt / èt exultàbunt ossa humiliàta /
- averte
faciem tuam a peccatis meis et omnes iniquitates meas dele.
Cor mundum crea_in_me_Dèus / et spirìtum rèctum ìnnòvà
/ ìn vìsceribus mèis / ìn vìsceribus mèis /
ìn vìscèribus / ìn vìscèribus / in visceribus mèis
/
- ne
proicias me a facie tua et spiritum sanctum tuum ne auferas a me
Redde mihi laètitiam / sàlutàris tui / èt
spiritu principàli confirma mè /
cònfirma mè / cònfirma mè / confirma mè /
- docebo
iniquos vias tuas et impii ad te convertentur.
Lìbera me dè sanguìnibus / Deus Dèus salùtis meaè
/ et èxultabit lingua mèa / et èxultabit lingua mèa /
jùstitiam tùam / jùstitiam tùam / justitiam tùam
/
- Domine
labia mea aperies et os meum adnuntiabit laudem tuam.
Quoniam si voluìsses sacrificium / dèdissèm utìque
/ holocàustis non delectàberis /
nòn delectàberis / nòn delectàberis / non delectàberis
/
-
sacrificium Deo spiritus contribulatus cor contritum et humiliatum Deus non
spernet.
Bènigne fàc Dòmine / in bona voluntate tua Sìon /
ùt aedificèntur / ùt aedificèntur /
mùri Jerùsalem / mùri Jerùsalem / muri Jerùsalem
/
- tunc acceptabis sacrificium iustitiae oblationes et holocausta tunc inponent super altare tuum vitulos.
(**) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso dell'Ufficio delle Tenebre celebrato nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Mercoledì Santo" 31 Marzo 2010.
GIOVEDI' SANTO
REPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO nella chiesa di S. Maria del Popolo:
E'
SPIRATO
(non più in uso)
1.
È
spirato! Esangue giace / o fratelli, il Redentor. altre strofe non utilizzate
REPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO nel santuario di Maria SS. delle Grazie:
Umile Ostia, sangue innocente, Dio presente, Dio nascosto, figlio d'Eva, eterno Re china il guardo, Iddio pietoso, su una polve che ti sente, che si prostra innanzi a Te.
COMMEMORAZIONE DELLA PASSIONE:
CROCE
Croce, tu il vero simbolo / d'amor, di
gloria insieme;
tu splendi più dell'iride, / tu sei
segnal di speme.
In ciel t'adorano gli angeli / e qui
sei scuola ai re...
...sei scuola ai re!
Croce adorata, che orribil / palco di
morte e di ira,
su cui per man dei perfidi /
l'onnipossente spira.
Prostrati nella polvere / siam tutti
innanzi a te...
...innanzi a te!
altre strofe non utilizzate:
Per te si
schiuse libera / all’uom la via del Cielo,
Di mille colpe reo / lo so, Signore, io
sono:
non merito perdono, / né più il
potrei sperar.
Non merito perdono, / né più il
potrei sperar.
Ma senti quella voce / che per me prega
e poi,
lascia, Signor, se puoi, / lascia di
perdonar.
Lascia, Signor, se puoi, / lascia di
perdonar.
VENERDI' SANTO ALLE TRE ORE DI AGONIA (SETTE PAROLE)
Già trafitto in duro legno /
dall'indegno popol rio
la grand'alma, un uomo Dio, / va, sul
Golgota, a spirar,
va, sul Golgota, a spirar. / Voi che a
Lui fedeli siete
non perdete, o Dio, i momenti; / di Gesù,
di Gesù gli ultimi accenti
dhe, venite ad ascoltar... / Dhe,
venite ad ascoltar.
I
- "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno."
Di mille colpe reo, lo so Signor, io
sono:
non merito perdono, ne'l più il potrei
sperar...
Non merito perdono, ne'l più il potrei
sperar...
Ma senti quella voce che per me prega e
poi...
Lascia Signor se puoi, lascia di
perdonar!
Ma senti quella voce che per me prega e
poi...
Lascia Signor se puoi, lascia di
perdonar!
Lascia Signor se puoi, lascia di
perdonar!
Di perdonar! Di perdonar!
II
- "Oggi, sarai con me in Paradiso!"
Quando morte, coll'orrido artiglio,
la mia vita a predare venga.
La mia vita a predare venga.
Dhe, Signor, ti sovvenga di me.
Tu mi assisti nel fiero periglio
e deposta la squallida salma,
venga l'alma a regnare con Te...
a regnare con Te.
Tu mi assisti nel fiero periglio...
Tu mi assisti nel fiero periglio
e deposta la squallida salma,
venga l'alma a regnare con Te...
venga l'alma a regnar
con Te!
III
- "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre!"
Volgi, dhe, volgi a me il tuo ciglio
madre pietosa! Poiché amorosa!
Ma qual tuo figlio devi guardare.
Di tanto onore degno mi rendi,
del santo amore, tu il cor mi accendi.
Né un solo istante, freddo e
incostante,
ah! mai non sia, Gesù e Maria,
lasc'io d'amar, lasc'io d'amar.
IV
- "Dio mio! Dio mio! Perché mi hai abbandonato."
Dunque, dal Padre ancora, dal Padre
ancora
abbandonato sei.
Dunque, dal Padre ancora, dal Padre
ancora
abbandonato sei.
Ridotto t'ha l'amore a questo buon Gesù!
Ridotto t'ha l'amore a questo buon Gesù!
Ed io coi falli miei...
Per misero gioire, potrotti
abbandonare?
Potrotti abbandonare? Potrotti
abbandonar?
Piuttosto, o Dio, morire. Piuttosto, o
Dio morire!
No, non più peccar, non più peccar,
peccar non più,
peccar non più!
Non più, non più, non più peccar!
Non più, non più, non più peccar,
peccar non più!
Qual giglio candido allorché il cielo
nemico negagli il fresco umor.
Il capo languido sul verde stelo
nel raggio fervido posa talor.
Fra mille spasimi, tal pur esangue,
di sete lagnasi il mio Signor.
Ov'è, ov'è quel barbaro che mentr'Ei
langue
il refrigerio di poche lacrime gli
neghi ancor...
gli neghi ancor!
VI
- "Tutto è compiuto."
L'alta impresa è già, è già
compita.
L'alta impresa è già, è già
compita.
E Gesù, e Gesù con braccio forte
negli abissi, negli abissi la ria morte
vincitor, vincitor precipitò.
Chi alla colpe ormai ritorna, ormai
ritorna,
della morte, della morte brama il regno
e di quella vita è indegno,
che Gesù ci ridonò. Che Gesù ci
ridonò!
VII
- "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito."
Jesus autem. Jesus autem, emissa voce
magna,
emissa voce magna, expiravit.
E Gesù morì! E Gesù morì!
Ricopresi di nero ammanto il cielo.
I duri sassi spezzansi. Si squarcia il
sacro velo.
E l'universo attonito compiange il suo
Signor!
Gesù morì! Gesù morì!
Insensibile, insensibile in mezzo a
tanto duolo...
...in mezzo a tanto duolo,
più dei macigni stupido, più dei
macigni stupido
resterà l'uomo solo... che coi suoi
falli origine,
che coi suoi falli origine fu del comun
dolor.
Gesù, Gesù, Gesù, Gesù morì.
(***) Le registrazioni dei canti del 2010, sono state effettuate nel corso della Commemorazione dell'Agonia nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Venerdì Santo" 2 Aprile 2010.
(****) Le registrazioni dei canti del 2011, sono state effettuate nel corso della Commemorazione dell'Agonia nella chiesa madre di Santa Maria del Popolo il "Venerdì Santo" 22 Aprile 2011.
Benedizione con la Reliquia della Croce nella Chiesa di Maria SS. delle Grazie 1993 don Guido Mollo
V. Adoramus Te, Christe, et benedicimus tibi
Oremus. Respice quaesumus, Domine, super hanc familiam tuam, pro qua Dominus noster Iesus Christus non dubitavit manibus tradi nocentium et Crucis subire tormentum. Qui tecum vivit et regnat in saecula saecolorum. Amen.
CANTI POPOLARI
AI
TUOI PIEDI...
Ai Tuoi piedi o bella Madre, verso
pianto di dolore,
per me prega il Divin Padre, in Te sola
ha speme il cor.
Per me prega il Divin Padre, in Te sola
ha speme il cor.
Una stilla almen del sangue che versava
il Tuo Gesù,
mi conforti il cuor che langue, mi
conceda ancor virtù.
Mi conforti il cuor che langue, mi
conceda ancor virtù.
Ah! Seguir vorrei Tuo Figlio, il mio
sangue ancor versar,
ma nell'ora del periglio sento il cor
in sen tremar.
Ma nell'ora del periglio sento il cor
in sen tremar.
Dal Calvario sulla via con Te voglio
almen venir
e spirar con Te Maria, contemplando il
Tuo patir.
E spirar con Te Maria, contemplando il
Tuo patir.
Or al Figlio, che ferito tutto è
sangue in faccia a Te,
offri un guardo impietosito, una
lacrima per me.
Offri un guardo impietosito, una
lacrima per me.
Tu sei Madre del dolore, degli afflitti sei consol, hai per me trafitto il core, per me in croce il Tuo Figliol. Hai per me trafitto il core, per me in croce il Tuo Figliol.
sarò Teco nel martirio, ove il Figlio Tuo morì. Sarò Teco nel martirio, ove il Figlio Tuo morì.
Io L'offesi e i falli miei, finché vivo piangerò, ma se Madre ancor mi sei, io perdon Ti chiedo e avrò. Ma se Madre ancor mi sei, io perdon Ti chiedo e avrò.
EVVIVA
LA CROCE
22 Aprile
2011
Evviva la Croce, la Croce evviva.
Evviva la Croce e chi la portò.
Evviva la Croce sorgente di gloria
eterna memoria del mio Redentor.
La Croce diletta da pochi bramata
fan l'alma beata di chi la cercò.
Con sommo trionfo in ciel esaltata
di luce adornata un dì ti vedrò.
Sarai per gli eletti dolcezza e
contento
affanno e spavento per chi ti sprezzò.
O Croce preziosa o sacro tesoro
prostrato ti adoro, e chi ti esaltò.
Vessillo di gloria, di pace gradita
sei legno di vita che il cielo creò.
Venite fedeli, lodate la Croce,
alzate la voce: sol Cristo ci amò.
GESU'
MIO CON DURE FUNI...
Gesù mio, con dure funi, come reo chi
ti legò?
Sono stati i miei peccati Gesù mio perdon, pietà.
Sono stati i miei peccati Gesù mio perdon,
pietà.
Gesù mio, la bella faccia, chi crudel
ti schiaffeggiò?
Gesù mio, di fango e sputi, chi il bel
volto ti imbrattò?
Gesù mio, le belle carni, chi spietato
ti flagellò?
Gesù mio, la nobil fronte, chi di
spine t'incoronò?
Gesù mio, sulle Tue spalle, chi la
Croce caricò?
Gesù mio, la dolce bocca, chi di fiele
t'amareggiò?
Gesù mio, le sacre mani, chi con
chiodi ti trapassò?
Gesù mio, quei stanchi piedi, chi alla
Croce ti inchiodò?
Gesù mio, l'amante core, con la lancia
chi trapassò?
O Maria, quel Tuo bel Figlio, chi
l'uccise e tel rubò?
Sono stati i miei peccati, o Maria perdon, pietà.
Sono stati i miei peccati, o Maria perdon,
pietà.
MIO BARBARO CUOR... 2 Aprile 2010
Mio barbaro cuor, mio barbaro cuor,
la morte spietata tu desti al Signor;
squarciasti le vene al caro mio bene
che langue, che langue, che muore, che
muore,
che spira per te.
Che langue, che muore, che spira per
te.
Feroce oppressor, feroce oppressor;
ricopriti almeno di santo rossore;
dhe, piangi e sospira, contempla e
rimira
la Croce, la Croce, le spine, le spine,
qual sangue versò.
La Croce, le spine, qual sangue versò.
E' vero Signor, è vero Signor,
pietà però spera dolente il mio cuor.
D'amor non s'accese, per questo
t'offese
l'ingrato, l'ingrato, mio cuor, mio
cuor.
Dhe abbi pietà!
L'ingrato mio cuore, dhe abbi pietà.
Mio amato Signor, perdonami ancora, mio
amato Signor.
O
FIERI FLAGELLI...
O fieri flagelli, che al mio buon
Signore
le carni squarciate con tanto dolor.
Non date più pene al caro mio bene,
non più tormentate l'amato Gesù.
Ferite, ferite, ferite quest'alma.
Ferite quest'alma che causa ne fu.
O spine crudeli, che al mio buon
Signore
la testa pungete con tanto dolor.
O chiodi spietati, che al mio buon
Signore
le mani passate con tanto dolor.
O lancia tiranna, che al mio buon
Signore
il fianco trafiggi con tanto dolor.
Ti bastin le pene già date al mio bene
non più straziate l'amato Gesù.
Trafiggi, trafiggi, trafiggi quest'alma.
Trafiggi quest'alma che causa ne fu.
STAVA
MARIA DOLENTE
Stava Maria dolente senza respiro e
voce
mentre pendeva in Croce del mondo il
Redentor.
E nel fatale istante, crudo e materno
affetto.
Le trafiggeva il petto, le lacerava il
cuor.
Le trafiggeva il petto, le lacerava il
cuor.
Qual di quell'alma bella fosse lo
strazio indegno,
non che l'umano ingegno immaginar nol
può.
Vedere un figlio, un Dio, che palpita
che muore.
Sì barbaro dolore qual madre mai provò.
Sì barbaro dolore qual madre mai provò.
Alla funerea scena chi tiene il pianto
a freno,
ha un cuor di tigre in seno, o cuor in
sen non ha.
Chi può mirare in tante pene una
madre, un figlio,
e non bagnare il ciglio e non sentir
pietà.
E non bagnare il ciglio e non sentir
pietà.
Da scaricare: I canti della Settimana Santa a Belvedere Marittimo
Al seguente link dinamico: Canti della Settimana Santa – Gagliardi, sono disponibili le partiture dei canti riportati in questa pagina (anche se al momento non è ancora disponibile la Via Crucis). Nel precisare che i singoli spartiti non hanno una struttura rigorosa, si sottolinea che per la realizzazione di tale lavoro Giuseppe Gagliardi, durante il periodo di Lockdown del 2020 per il Covid19, si è ispirato ad un testo del 1999 curato da Francesco Liporace: “I canti della Via Crucis e della Settimana Santa a Belvedere Marittimo" (vedere qui alla pagina Pubblicazioni).
|
|